BREVE RACCONTO DI PRIMAVERA (FUORI STAGIONE)
Quando
incontrai Luca era primavera, il primo giorno di primavera per essere precisi.
Ricordo il suo profumo, di cuoio e vetiver, la sua pelle morbida al tatto e i
suoi lineamenti decisi. C’è un altro profumo che prevale in questa immagine che
ho di allora, quello dell’aria che annunciava la fine dell’inverno, il momento
in cui il cuore salta un battito e ti accorgi che un altro anno è terminato e
che niente potrà più essere come prima. Mi ha portata al vecchio mulino, gemiti
di legna vecchia per ogni scalino che salivamo, la polvere fine di pietre e
farina stantia nelle narici, il suono dell’acqua nella gora che faceva da sottofondo
alla nostra felicità. Luca mi ha condotto lì a fare l’amore, nel piccolo letto
di un mugnaio che non lo occupava da anni, persa nelle sue braccia forti e nei
miei dolci sospiri, le nostre anime che si fondono per crearne una sola. Da quel
giorno ho fatto l’amore molte volte, con tanti uomini di cui non ricordo nemmeno
il nome o il profumo della pelle. Alcuni mi hanno pagata, altri mi hanno
lasciato qualche regalo, qualcuno ha solo intuito la mia fame di vita, i
peggiori hanno approfittato della noia che mi impedisce di rifiutarli. Mai però
il primo giorno di primavera. Ogni ventuno di marzo mi reco al vecchio mulino, da
nove anni ormai, invano. Nella notte eterna in cui la mia cecità mi ha relegato
dalla nascita, spero di poter distinguere ancora una volta quel profumo maschio
e deciso, intuire il suono della sua camminata, ritrovare le braccia di Luca
disposte ad accogliermi ancora. L’acqua non scorre e la ruota di legno non
cigola. E’ come se il tempo si fosse fermato a immortalare un istante e non
stesse scorrendo. Sento dei passi, qualcuno si avvicina, ma non è Luca, non è
la sua camminata. “Signora mi scusi, sono il maresciallo Santonocito, dei Carabinieri.
Cosa ci fa qui a quest’ora? Si è persa?” “No, io stavo… aspettando un amico. E’
successo qualcosa? Perché non c’è acqua nel canale?” “C’è stato un incidente,
abbiamo dovuto svuotarlo per estrarre un corpo da sotto la ruota del mulino.”
Annuso meglio… in sottofondo un sentore di muschio e vetiver… “Signora, signora…
ehi aiutatemi, è svenuta.”
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